L’acqua demineralizzata (anche chiamata “acqua deionizzata”) è un’acqua da cui è stata estratta la componente salina (tra cui il calcare).

Il metodo di produzione tipico è composto da fasi distinte:

  • l’acqua è pretrattata con un’unità di osmosi inversa, che riduce il contenuto salino totale di più del 90%;
  • l’acqua viene fatta passare attraverso gli scambiatori anionici e cationici;
  • l’acqua viene trattata con scambiatori ionici a letto misto per ridurre ulteriormente la conducibilità elettrica.

È impiegata tipicamente nei ferri da stiro (perché evita il formarsi delle incrostazioni), nelle batterie, negli acquari e nei casi in cui sia consigliato l’uso di acque prive di durezza.

L’acqua demineralizzata è economica e non è microbiologicamente pura, ciò significa che può contenere batteri ed altri microorganismi.

L’acqua distillata è invece un’acqua più costosa rispetto alla demineralizzata, priva non solo dei sali minerali, bensì quasi totalmente priva di impurità come gas disciolti, batteri ed altri microorganismi

L’acqua distillata si ottiene tramite un procedimento di distillazione, che consiste nel far bollire l’acqua, raccogliendo successivamente l’acqua condensata dal vapore acqueo per raffreddamento.

Dalla raccolta del condensato si ottiene acqua con un contenuto di sali estremamente basso. Scartando la frazione iniziale di acqua evaporata, si ottiene inoltre un’acqua con un basso contenuto di gas volatili.

L’acqua distillata presenta una conducibilità elettrica più bassa dell’acqua di partenza a causa di una più bassa concentrazione di ioni al suo interno, inoltre ha “meno sapore” rispetto all’acqua potabile e può essere definita insipida, dal gusto indefinito, metallico o amaro.


L’acqua distillata è utilizzata in laboratorio come reagente e per preparare soluzioni; in ambito domestico è usata, parimenti all’acqua demineralizzata, per alimentare i ferri da stiro a vapore, che con il calcare potrebbero a lungo andare danneggiarsi.

In campo medico viene usata per le iniezioni e per la somministrazione di farmaci per via parenterale (per esempio, con l’utilizzo della flebloclisi), nonché per produrre la cosiddetta “soluzione fisiologica“, che è una soluzione di 9 grammi per litro di cloruro di sodio in acqua distillata, a sua volta usata nella produzione di soluzioni iniettabili e colliri.

Un ulteriore requisito fondamentale per l’acqua distillata destinata a questi scopi è la completa sterilità, cioè la totale assenza di organismi viventi (batteri, protozoi, virus, spore). 

Tale sterilità è spesso ottenuta per esposizione dell’acqua già distillata ad una fonte di luce ultravioletta. L’acqua distillata per la preparazione degli iniettabili deve essere sterile ed apirogena e quindi sottoposta ad un processo di microfiltrazione atto ad eliminare il contenuto di residui di batteri e virus uccisi con la sterilizzazione in autoclave.
Tali residui pur non risultando infettanti possono causare febbre dopo la reazione immunologica che l’organismo avverrebbe nei loro confronti.

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